A Fieragricola gli agromeccanici per un futuro migliore

La recente edizione di Fieragricola, nonostante il difficile
scenario nazionale e internazionale è stata una
buona occasione per mostrare gli aspetti qualificanti
dell’attività agromeccanica e dello spirito che anima e
sostiene il contoterzismo agricolo.
In una civiltà che tende sempre di più a trascurare le motivazioni
e gli ideali, a effimero vantaggio dell’economia,
sentire degli imprenditori che parlano di valori – lavoro,
impegno, onestà, sacrificio, umiltà, famiglia – come
elementi fondanti del loro successo è stata certamente
un’esperienza unica. È quello che è emerso dalle interviste
fatte ai sei vincitori del concorso “Il Contoterzista dell’anno”
tenutosi in occasione della manifestazione fieristica,
che hanno dimostrato quale sia il “segreto” delle imprese
agromeccaniche. Solo chi parte da forti valori può arrivare
a rendersi conto che il ruolo economico dell’agricoltura
non deve essere disgiunto da quello sociale: ci voleva
un conflitto alle porte di casa nostra per farci comprendere
che la globalizzazione era soltanto una pericolosa
illusione?
Appena pochi mesi fa sembrava che l’agricoltura italiana
fosse utile solo per sostenere il “made in Italy” e per il resto
era solo una fonte aggiuntiva di inquinamento, un pericolo
per l’ambiente e per la stessa società civile, che avrebbe
potuto prosperare comprando all’estero ciò che le serviva.
Il concetto di sicurezza alimentare, inteso come garanzia
di cibo a sufficienza, era oggetto di derisione, se non accompagnato
dalla specificazione che si parlasse di cibo di
alta qualità: le perturbazioni sui mercati mondiali hanno
invece mostrato quanto fosse fragile quell’equilibrio.
Anche di questo si è parlato a Fieragricola, e proprio da
parte di CAIagromec, in un incontro che ha visto anche
le presenze del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini e
del prof. Luigi Sartori dell’Università di Padova. Nell’occasione
proprio la maggiore organizzazione agricola ha
riconosciuto il ruolo fondamentale delle imprese agromeccaniche
per mantenere alti i livelli produttivi in un
Paese che non ha ancora raggiunto la propria autosufficienza
alimentare: abbiamo prodotti di eccellenza, ma
siamo costretti a importare materie prime per sostenere
il nostro primato. Un altro riconoscimento è venuto dal

prof. Luigi Sartori, che ha rilevato come il contoterzismo
sia indispensabile nell’agricoltura italiana, caratterizzata da
aziende di piccole dimensioni e con produzioni estremamente
frazionate e differenziate.
Le istanze su cui l’Unione Europea ha impostato le politiche
agricole per i prossimi anni pongono sfide sempre
più ardue, tenuto conto che non sembra più possibile
guardare solo alla sostenibilità ambientale, ma bisogna assicurare
anche il soddisfacimento delle esigenze primarie,
come il cibo. Un compito che gli agromeccanici si sono
presi in carico con grande senso di responsabilità e con
il fondamentale strumento dell’innovazione tecnologica:
nonostante le difficoltà legate alla pandemia, negli ultimi
anni hanno saputo utilizzare le risorse statali messe a
disposizione dal programma 4.0.
Ma gli investimenti, per quanto cospicui, non si fermano
ai nuovi macchinari, ma si realizzano anche sul fronte
della professionalità, scommettendo sulla formazione
del proprio personale e sul sempre maggiore ricorso
a consulenti qualificati per incrementare le superfici
condotte con metodi sostenibili, anche dal punto di vista
produttivo.
Il sostegno all’innovazione parte soprattutto dagli uomini,
e proprio la categoria agromeccanica è quella che è capace
di attrarre i giovani più di ogni altra, nel mondo agricolo.
In occasione della manifestazione veronese è proseguita
l’attività di sensibilizzazione diretta proprio verso i
giovani. Seguendo il cammino già avviato da alcuni anni,
fin dai tempi dell’alternanza scuola-lavoro, CAIagromec
ha curato, insieme a Federacma e Federunacoma, una
serie di seminari rivolti agli studenti degli istituti tecnici, per
spiegare quanto il contoterzismo abbia bisogno di nuove
leve per impiegare al meglio le sofisticate tecnologie oggi
disponibili. Eppure, a guardare a ciò che viene pubblicato
dalla Gazzetta Ufficiale, traspare il grave disinteresse delle
istituzioni verso l’attività agromeccanica, che nonostante
i ripetuti tentativi legislativi, fatica ancora a trovare un
pieno riconoscimento giuridico, che sia legato all’ambito
di attività.
Non vorremmo doverci ancora una volta trovare a sostenere
l’agricoltura, senza che le istituzioni si ricordino di
chi mette in gioco ogni giorno i valori fondamentali che
ancor oggi vengono riconosciuti come fondanti per la
società civile.

• Gianni Dalla Bernardina
Presidente CAI