Gli agromeccanici tra sostenibilità e transizione ecologica

Sarà la volta buona? Non possiamo sapere se l’attuale evoluzione
della pandemia preluda davvero ad un ridimensionamento
dell’emergenza che sta attanagliando il Paese, e
non solo, da oltre due anni, bruciando una tale quantità di risorse
economiche e sociali mai vista in tempo di pace.
La storia ci racconta che in occasione delle grandi epidemie del
passato si registravano gravi carestie che, in sistemi economici e
politici privi di ogni protezione, producevano spesso danni ancor
maggiori. Oggi queste situazioni sono ormai dimenticate e non
ci sono motivi per collegare i fatti con possibili accadimenti futuri:
tuttavia, l’andamento dei mercati agricoli mostra che qualcosa
è avvenuto e questo può indurci a riflettere su come potremmo
difenderci nel futuro. È un fatto ormai accertato che i cambiamenti
climatici ci siano davvero e se anche il dibattito scientifico
non concorda completamente sulle cause e sugli effetti, non c’è
dubbio che bisogna intervenire. Sul piano della scansione temporale,
però, la transizione ecologica comincia ad essere messa
in discussione, perché il passaggio ad una economia meno impattante
sull’ambiente non si risolve cambiando l’automobile ed il
suo sistema di propulsione. Gran parte dell’Europa – e l’Italia che
ne fa parte – continua a ricorrere in misura massiccia all’utilizzo
di fonti energetiche non rinnovabili, e l’idea di dover cambiare sta
già spaventando gli economisti ed i governi, abituati a ragionare
sui numeri e non sull’ideologia.
Se la transizione ecologica sembra difficile da realizzare per la
maggior parte dei mezzi di trasporto e per la popolazione (in
larga maggioranza residente nelle aree urbane), per le macchine
agricole e le imprese che lavorano in un contesto rurale le
difficoltà sono attualmente insuperabili. Fornire un condominio
di una rete elettrica capace di ricaricare tutte le batterie sembra
impegnativo, ma coprire i fabbisogni energetici di mezzi destinati
ad operare saltuariamente nell’arco dell’anno, con picchi notevoli
di consumo, metterebbe in difficoltà chi decidesse di investire in
una rete distributiva rurale.
Di sicuro sarebbe più utile investire sulla programmazione e
soprattutto sulla razionalizzazione dell’impiego dell’energia:
uno studio dell’Università di Milano, compiuto con la fattiva
collaborazione delle imprese agromeccaniche, ha dimostrato in
termini numerici che la gestione dell’azienda agricola attraverso
il contoterzismo comporta una fortissima riduzione dei consumi
energetici e dell’impatto ambientale. Tali risultati sono dovuti ad

un insieme di fattori che operano in sinergia: certamente conta
il rapido turn over delle macchine, che permette al contoterzista
di lavorare con il massimo rendimento termodinamico, una
condizione diversa da quella del piccolo agricoltore che continua
ad usare macchine prevalentemente obsolete. Per lavorare per
conto terzi si devono inoltre impiegare le attrezzature giuste,
quelle che fanno risparmiare tempo, fertilizzanti ed altri mezzi
tecnici, che valorizzano la fertilità del terreno e che consentono
di tracciare e certificare il lavoro svolto.
E poi c’è quel fattore che non si può comprare (ma si può costruire,
se ci sono le basi) che è la professionalità e la capacità
imprenditoriale: un processo di crescita che la Confederazione
sta promuovendo con la costituzione dell’albo di categoria: la politica
ci sta dando una mano, ma ci deve essere l’impegno di tutti.
Le imprese agromeccaniche, ora che la morsa della pandemia si
sta allentando, saranno protagoniste di questa edizione di Fieragricola,
con una serie di eventi che ne metteranno in mostra le
capacità organizzative, imprenditoriali e professionali. Nei quattro
giorni di fiera (dal 2 al 5 marzo p.v.), CAI Agromec organizza una
serie di brevi seminari, ripetuti ogni pomeriggio alla stessa ora
per consentire la partecipazione del massimo numero di visitatori
compatibile con gli spazi assegnati.
I seminari, incentrati su una lezione frontale con spazio per il
dibattito, saranno dedicati alle problematiche di maggiore interesse
per le imprese, dall’operatività delle macchine agricole
alla tutela dell’ambiente, dagli adempimenti normativi alla tutela
della persona e del lavoro. Nel corso della manifestazione si terrà
inoltre un convegno sulla circolazione delle macchine agricole,
che farà il punto sull’accoglienza che le imprese e le istituzioni
hanno riservato alla Mother Regulation: in questo lasso di tempo
si sono registrate tante luci e alcune ombre, sulla quale è necessario
stimolare un dibattito costruttivo con tutti i soggetti interessati.
Nella medesima giornata di venerdì 4 marzo si terrà l’ormai
consueta premiazione del “Contoterzista dell’anno”, promossa e
organizzata da Edagricole in collaborazione con CAI.
Le iniziative messe in piedi a Fieragricola hanno certamente
lo scopo di compattare e rafforzare la categoria, ma non solo:
ci aspettiamo che le istituzioni comprendano il ruolo che gli
agromeccanici giocano nel comparto agricolo e quello che
possono fare per la realizzazione degli obiettivi delle politiche
agricole nazionali e comunitarie. Concetti come l’innovazione
tecnologica, la sostenibilità ambientale, economica e sociale, la
tracciabilità e la sicurezza alimentare passano obbligatoriamente
attraverso gli agromeccanici.

• Gianni Dalla Bernardina
Presidente CAI