Gli agromeccanici sostengono compatti le filiere agricole italiane garantendo qualità e tracciabilità

L’agricoltura sta affrontando una fase particolarmente impegnativa:
nonostante la pandemia stia riprendendo vigore in tutto il
mondo, la disponibilità di vaccini e di cure più efficaci ha consentito
quest’anno il riavvio di molte attività e un certo risveglio
dell’economia. Una ripresa che deve però fare i conti con ciò che
era rimasto indietro nei lunghi mesi del lockdown e di cui ora si
avverte drammaticamente la carenza, che si è aggiunto agli effetti
di un andamento climatico anomalo a livello planetario, che ha
inciso pesantemente sulla produzione agricola. Il costo dell’energia
è tornato ai valori di 2-3 anni fa, con oscillazioni al rialzo; di
conseguenza i processi produttivi ad elevato consumo energetico
hanno fatto schizzare in alto i prezzi e, in qualche caso, i produttori
hanno dovuto ridurre i volumi in attesa di tempi migliori, come è
accaduto per l’industria dei fertilizzanti.
L’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli ha superato, in qualche
caso, i livelli del 2008 e ha dato una boccata d’ossigeno ad una
parte degli agricoltori; per contro altri settori – come la zootecnia
– hanno visto aumentare i costi di produzione aggravando i già
gravi problemi strutturali. E non sembra finita, perché l’aumento dei
prezzi dei mezzi tecnici va ad incidere su un’annata agraria, appena
iniziata, che vede i primi segnali di discesa dei listini, prospettando
margini ridotti per l’immediato futuro. Una situazione esplosiva
anche per le imprese agromeccaniche, che dovranno adeguare
i prezzi alla dinamica dei costi: nell’ultimo triennio il calo del gasolio
aveva compensato gli altri aumenti, ma ora che il prezzo è
risalito sarà necessario rivedere i prezzi dei servizi agromeccanici.
Le incertezze dei mercati e le oscillazioni dei costi di produzione
mostrano che da soli non si va avanti: ciò vale sia per gli agricoltori,
che devono aggregarsi e fare massa critica, sia per gli agromeccanici,
che devono sfuggire alla morsa fra costi in aumento e ricavi
limitati da una concorrenza troppo spinta.
La decima edizione del “Contoterzista Day”, che si terrà nella sede
della Società Bonifiche Ferraresi, sarà l’occasione per riflettere sul
ruolo che le filiere agricole “governate” possono assumere per
riunire domanda e offerta garantendo a ciascun attore la giusta
redditività.
Questo sarà possibile grazie a strumenti capaci di qualificare il prodotto
agli occhi del consumatore, uscendo dalla logica speculativa
delle commodities: il marchio di filiera si fonda sulla fiducia reciproca
fra produttore e consumatore, un sentimento che nasce dalla
qualità e dalla trasparenza, garantito dalla tracciabilità. Le imprese

agromeccaniche, che svolgono il 98% della raccolta dei cereali e
oltre il 70% delle operazioni in campo, possono giocare un ruolo
primario per informare in maniera certificata e digitale le catene
di approvvigionamento e i consumatori, contribuendo così a dare
certezze sul cibo che viene portato in tavola.
CAIagromec, come sindacato delle imprese agromeccaniche più’
rappresentativo del Paese, si è resa disponibile a collaborare per
accompagnare il sistema agricolo verso una transizione digitale
coerente con la cultura agroalimentare che da secoli caratterizza
il nostro Paese, un valore che tutti ci invidiano e tentano di imitare.
Come operatori della filiera abbiamo un ruolo fondamentale per
sostenere l’innovazione e la transizione digitale al servizio dell’agroalimentare;
in quest’ottica sarà’ essenziale adottare politiche di
indirizzo della ricerca che tengano conto delle capacità e della professionalità
che contraddistinguono gli agromeccanici. Per questo
chiediamo alle istituzioni di promuovere e sostenere quelle linee di
approfondimento e sviluppo che non siano in contrasto con il cibo
sano, sicuro, etichettato, sostenibile e proveniente dall’agricoltura.
In questo la Confederazione sostiene la battaglia di Coldiretti contro
la carne sintetica, che rischia di uniformare l’alimentazione e di
distruggere le tradizioni e il patrimonio della dieta mediterranea e
tutte le altre iniziative che vogliono promuovere la qualità e ricreare
quel clima di reciproca fiducia di cui hanno bisogno sia i consumatori,
sia l’intera filiera agricola italiana. Saranno la formazione
e la corretta informazione, insieme a ricerca e sviluppo, i driver
essenziali per sostenere l’agricoltura e le filiere agroalimentari nella
sfida alla sostenibilità e alla competitività.
Come è emerso chiaramente dal Forum Internazionale dell’Agricoltura
e dell’Alimentazione, saranno proprio la crescita delle
competenze e la diffusione della conoscenza i temi intorno ai
quali ruota lo sviluppo del comparto: tracciabilità, etichettatura,
sostenibilità, tutela delle indicazioni geografiche, tutela della dieta
mediterranea, riduzione delle emissioni, miglioramento della redditività,
multifunzionalità, sono tutti temi che hanno come elemento
portante la scienza, la formazione degli operatori e delle catene
di approvvigionamento, l’informazione dei consumatori e della
società civile. È su queste basi che dobbiamo costruire, insieme
agli agricoltori, l’agricoltura del futuro.
Per questo chiediamo che all’interno delle filiere agricole venga
inserita a pieno titolo l’attività agromeccanica, che garantisce
professionalità, legalità delle operazioni e sicurezza dell’attività.
Il comparto agromeccanico rappresenta un valore aggiunto alla
produzione agricola italiana e rappresenta un elemento essenziale
per certificare la qualità delle produzioni agricole italiane.

• Gianni Dalla Bernardina
Presidente CAI