Imprenditori agromeccanici presenti a Fieragricola come protagonisti dell’innovazione e anticipatori di nuove tendenze

Alle porte di una nuova campagna agraria, dopo la pausa

invernale, continuano i lavori della Confederazione

Agromeccanici e Agricoltori Italiani, che - in verità -

non si sono mai fermati. Sul fronte sindacale abbiamo avviato

le trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di

lavoro, rivolto ai dipendenti delle imprese agromeccaniche. Il

primo incontro si è svolto nella massima cordialità e il nostro

auspicio è di poter raggiungere in breve tempo un accordo

che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e del ruolo occupazionale,

sociale ed economico delle imprese agromeccaniche.

Abbiamo avviato un tavolo proficuo anche con Coldiretti,

alla luce del protocollo di intesa che Cai aveva sottoscritto

lo scorso ottobre con Roberto Moncalvo. Quella con Palazzo

Rospigliosi è un’alleanza che ha una grande missione politica:

portare l’agricoltura e l’agroalimentare Made in Italy al centro

dell’agenda del governo e del Parlamento, allo scopo di informare

e tutelare i cittadini e i consumatori. Il futuro del pianeta,

seppure con sfumature e necessità diverse, passa innanzitutto

dall’agricoltura. Senza cibo, da considerare nei diversi contesti

di accesso all’alimentazione, alla sicurezza alimentare, ma anche

di lotta agli sprechi, diventa superfluo ogni altro discorso.

L’alleanza fra Cai e Coldiretti ha posto questioni cruciali, come

il futuro della nuova Politica agricola comune, il riconoscimento

della categoria degli agromeccanici, la sottoscrizione

dei contratti agrari, l’assegnazione di carburante agricolo, le

questioni tecniche delle assicurazioni e della gestione delle

cisterne nell’ambito della prevenzione incendi.

A rappresentare Cai sono il vicepresidente Sandro Cappellini

e il direttore di Apima Modena, Massimo Alberghini Maltoni,

coadiuvati dal direttore di Ferrara, Michele Pedriali, e dal coordinatore

del Piemonte, Gianluca Ravizza. A loro va il mio

personale ringraziamento, consapevole di interpretare i sentimenti

di tutti gli associati.

Sempre sul versante sindacale, possiamo registrare passi

in avanti sulla questione del gasolio agricolo in Lombardia.

Negli ultimi mesi l’interpretazione dei criteri di assegnazione

del carburante agevolato data dalla Direzione generale

dell’assessorato all’Agricoltura ha penalizzato le imprese

agromeccaniche, portando molte aziende a livelli di tensione

incredibili.

non ha cambiato idea su quello che ritiene sia la corretta

ratio della norma, ma riconosce finalmente l’apertura al dialogo

e la disponibilità dell’assessore all’Agricoltura, Gianni Fava,

a farsi carico di sollecitare l’Agenzia delle Dogane per specificare

con esattezza lo scenario e i diritti di ciascun soggetto

coinvolto.

Siamo ormai a ridosso della 113ª edizione di Fieragricola di

Verona, una rassegna alla quale il nostro mondo partecipa

sempre con curiosità e trasporto, essendo gli agromeccanici

oserei dire “geneticamente” inclini all’innovazione. E non parliamo

solamente di avere le macchine più evolute in chiave di

precision farming, di sostenibilità, di attenzione al risparmio e

di performance motoristiche. L’imprenditore agromeccanico

è proiettato intimamente a perseguire la modernizzazione,

molto spesso anticipando nuove tendenze, che magari sono

già state applicate altrove in chiave vincente, con grandi benefici

per i produttori.

Facciamo un caso concreto: l’impiego di carri unifeed per l’alimentazione

dei bovini in stalla. Un servizio che in Olanda

molto spesso è affidato ai contoterzisti. I produttori risparmiano

sull’acquisto della macchina e l’impresa agromeccanica

con una macchina riesce a servire più stalle, migliorando anche

la vita degli allevatori stessi (dettaglio molto spesso trascurato,

ma fondamentale).

Ne parliamo a Fieragricola, per consentire ai produttori e ai

contoterzisti di mettere a frutto una soluzione che gli anglosassoni

definirebbero “win-win”, vantaggiosa per entrambi. Ma

il primo passo verso questa opportunità deve essere favorito

dalla predisposizione mentale a innovare. E sono certo che,

almeno nelle zone ad alta vocazione zootecnica, il discorso

non cadrà nel vuoto.

Se non avessimo una propensione alla novità come elemento

strategico per migliorare la redditività e la competitività, non

saremmo fra i segmenti agromeccanici più dinamici d’Europa,

di quelli in grado di riconoscere il più alto tasso di valorizzazione

delle materie prime. E sono tutti ingredienti che

hanno portato, in questi anni, all’incremento del fenomeno

della terziarizzazione dei servizi per l’agricoltura, di cui – con

7 miliardi di euro (fonte: Nomisma) – le imprese agromeccaniche

sono esponenti d’avanguardia.

• Gianni Dalla Bernardina

Presidente CAI