INVESTIRE SUGLI AGROMECCANICI PER UN'AGRICOLTURA SOSTENIBILE

In occasione dell’ultima riunione del Gruppo di Dialogo Civile

sull’applicazione delle politiche agricole comunitarie, in cui

ho l’onore di rappresentare i contoterzisti europei, ho portato

avanti la proposta di investire direttamente sulle imprese agromeccaniche.

Il Regolamento 1305/2013 sullo sviluppo rurale prevede infatti

la possibilità di destinare specifiche risorse alle attività “non

agricole”, come viene oggi considerata quella agromeccanica,

che operano nelle aree rurali, al servizio dell’agricoltura e del

territorio. Una norma che però, in sede di prima applicazione, è

stata in larga parte disattesa: forti resistenze della lobby agricola

hanno finora impedito alle Regioni, in Italia e negli altri Paesi, di

destinare aiuti a questo settore.

Un atteggiamento inspiegabile, se si punta allo sviluppo di un’agricoltura

sostenibile e competitiva.

Un comportamento che si spiega solo con il tentativo di disattendere

la politica comunitaria per tornare al passato, agli aiuti

“a pioggia” che non sviluppano e non promuovono quel modello

agricolo che i cittadini europei si sono dichiarati disponibili a

sostenere.

Nel Gruppo di Dialogo Civile sono state definite tre aree di interesse

prioritario. In primo luogo, la sicurezza dei mercati, per

mantenere quella redditività che consente agli agricoltori europei

di continuare a produrre nel rispetto delle “nostre” regole,

anche in presenza di gravi crisi dei prezzi agricoli, come sta accadendo

ora.

Il secondo obiettivo riguarda la tutela del suolo e dell’ambiente

rurale, in un’ottica che sia al tempo stesso produttiva e conservativa:

produttiva, per garantire la copertura dei fabbisogni alimentari,

la salubrità dei prodotti e la compatibilità economica e

sociale; conservativa, per tutelare l’ambiente, il suolo, le acque e

la biodiversità, con uno sguardo alle energie rinnovabili.

La terza priorità interessa la crescita economica – vero obiettivo

dello sviluppo rurale – e la tutela dell’occupazione in agricoltura,

in un quadro mondiale dominato dalla concentrazione in

poche mani dell’attività agricola, in un regime di sfruttamento

selvaggio dei lavoratori.

Tre obiettivi ambiziosi, su cui l’Unione Europea gioca la propria

credibilità, che rispecchiano i valori fondanti della nostra cultura

e della nostra civiltà; tre obiettivi che solo un contoterzismo attivo,

coinvolto e partecipe del sistema può aiutare a soddisfare.

Al Gruppo di Dialogo Civile è stata presentata la nostra carta d’identità:

chi siamo, cosa facciamo e cosa possiamo fare, per garantire

al sistema agricolo uno sviluppo concreto e sostenibile.

Per questo ho chiesto con forza che parte dei fondi comunitari

venga destinata a chi può consentire, con il suo apporto di

professionalità, di tecnologia e di innovazione il raggiungimento

degli obiettivi di competitività fissati dalle politiche agricole

comunitarie.