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Quale futuro vogliamo per la nostra agricoltura? È una domanda
alla quale tutti noi operatori del settore primario
siamo chiamati a rispondere con onestà e con una
buona dose di lungimiranza. In gioco c’è il futuro di un comparto,
quello agroalimentare, che nel 2017 ha toccato il record
di esportazioni, superando l’asticella dei 40 miliardi di euro, a
conferma che il settore è strategico.
Lo abbiamo visto anche nell’ultima edizione del Contoterzista
Day, certificata anche da una partecipazione di addetti ai
lavori senza precedenti.
Di questo successo devo ringraziare tutti gli associati alla
Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani,
della quale mi onoro di essere il presidente. Un medesimo
riconoscimento va ai nostri partner di Coldiretti, federazione
con la quale abbiamo stretto un’alleanza finalizzata a rilanciare
l’innovazione e le tecnologie in campo, per promuovere
la vera filiera italiana. Coldiretti ha compreso la strategicità di
un dialogo che coinvolge non solo i vertici, ma anche - e in
primo luogo - la base associativa.
È a loro, ai redattori e a tutti i lettori de Il Contoterzista che
va il mio augurio per un 2018 radioso e nella consapevolezza
di un’agricoltura sempre più cruciale nel rispondere alle esigenze
dell’alimentazione mondiale, alla lotta ai cambiamenti
climatici, alla salvaguardia alla biodiversità e alla resilienza:
aspetti che non sono negoziabili e che richiedono una cooperazione
massiccia di forze in campo, a partire dalle imprese
agromeccaniche.
In questa battaglia non siamo soli. Proprio al “Contoterzista
Day”, organizzato alla Argo Tractors di Fabbrico, realtà che
ha fatto la storia della meccanica agricola e che ancora oggi
mette al centro dello sviluppo il fattore umano, Coldiretti ha
sollecitato nuovamente l’inserimento degli agromeccanici fra
i beneficiari delle misure dello Sviluppo rurale. Un traguardo
che dovremmo raggiungere entro il prossimo giugno e per il
quale non credo che la politica possa accampare più scuse,
soprattutto alla luce dell’andamento dei Programmi di sviluppo
rurale a livello regionale. Procedono lento pede, per usare
un’espressione latina che descrive con eleganza l’ennesimo
dramma dell’incapacità italiana di sfruttare le risorse che l’Unione
europea mette a disposizione. Basterà ululare contro
l’Europa matrigna?
Questa volta, in tutta franchezza, ne dubitiamo, anche perché
la revisione di medio termine della Pac, se da un lato presta il
fianco a una tanto attesa semplificazione, dall’altro consegna
molta libertà di pianificazione agli Stati membri. Questo comporta
maggiore responsabilità da parte dei governi nazionali,
compreso quello italiano.
In attesa di esprimere una valutazione oggettiva dell’operato
del ministro Maurizio Martina e del governo Gentiloni,
lasciando lo spiraglio delle ultime settimane prima del voto
per completare quel percorso di ammodernamento dell’agricoltura
che era stato annunciato e che – per ora – ha escluso
dai grandi decreti agricoli le imprese agromeccaniche, ci concentriamo
sul futuro.
Il 4 marzo prossimo gli italiani sceglieranno il nuovo Parlamento.
Come Cai siamo ansiosi di conoscere i vari programmi
politici e, più approfonditamente, le azioni mirate per
sostenere l’agricoltura e l’agroalimentare. Da parte nostra, richiediamo
l’attenzione che meritiamo.
Il 2018 sarà l’Anno del cibo italiano, fortemente voluto dall’attuale
governo, anche alla luce dei progressi che l’export dell’agroalimentare
Made in Italy. Solo 10 anni fa il valore venduto
oltre confine era di 24,1 miliardi di euro. Il ministro Martina
vuole, con le celebrazioni in atto, “ribadire il legame profondo
tra cibo, paesaggio, identità, cultura, dando avvio al nuovo
progetto dei distretti del cibo e coinvolgendo i protagonisti
a partire da agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi”. Ecco,
sommessamente mi permetto di sollecitare l’attenzione anche
verso gli imprenditori agromeccanici, ormai garanti del
successo di tutte le filiere agroalimentari nazionali.
A livello sindacale, Cai è coinvolta nell’organizzazione di due
eventi a Fieragricola, manifestazione internazionale dedicata
all’agricoltura, in programma dal 31 gennaio al 3 febbraio a
Verona. Un appuntamento sarà di carattere normativo, legato
al Regolamento comunitario 167/2013 (Mother Regulation),
che riguarderà l’omologazione europea sui trattori e i mezzi
agricoli e i risvolti operativi.
L’altro convegno, che organizzeremo in collaborazione con
Storti spa di Verona, si ispira a una tendenza che ha preso
piede negli anni scorsi nei Paesi nordici, dove il rapporto fra
azienda agricola e contoterzismo è molto più avanzato, e che
si sta affacciando anche nel Nord Italia. Parliamo delle opportunità
innovative per il terziario agricolo nel segmento zootecnico,
dove il ruolo degli agromeccanici si sta estendendo
in attività più specifiche per la stalla, come la distribuzione
del mangime o la sua sanitizzazione con l’ozono, finalizzata
a una migliore conservazione. Le nostre imprese stanno al
passo con l’innovazione, che non è solo tecnologica, è anche
sociale. È per questo che il nostro ruolo merita un riconoscimento
anche legislativo che, speriamo, arrivi in fretta.
• Gianni Dalla Bernardina
Presidente CAI