RIUTILIZZO DELL'ERBA NEGLI IMPIANTI A BIOGAS

Comunicato n. 
154

Comunicato stampa n.  154 del 10 ottobre 2014

 

RIUTILIZZO DELL’ERBA NEGLI IMPIANTI A BIOGAS

 

Il 9 ottobre scorso, nell’ambito di Veronafiere, Veneto Agricoltura ha organizzato un workshop sul riutilizzo della vegetazione derivante dalla manutenzione dei corsi d’acqua e del verde urbano per l’alimentazione degli impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas e biometano.

Tale iniziativa si colloca all’interno di un progetto europeo (GR3) coordinato dall’Università di Gent (Belgio) e che vede come partner, fra gli altri, l’Università di Verona e Veneto Agricoltura, finalizzato a ridurre il consumo di suolo destinato a colture energetiche, attraverso il recupero dei sottoprodotti di origine agricola, forestale ed ambientale.

Nel convegno sono state esaminate, da parte dei tecnici del Consorzio Italiano Biogas, le varie problematiche connesse col riutilizzo di residui e sottoprodotti, con particolare riferimento ai vincoli normativi attualmente esistenti nel testo unico ambientale sul reimpiego nelle attività agricole – fra cui la produzione di energia – dei residui erbacei derivanti dalla manutenzione del verde pubblico.

Particolare attenzione è stata dedicata agli aspetti tecnici, legati alle necessità di meccanizzazione, all’organizzazione dei cantieri di raccolta ed all’economia degli stessi, in relazione al modesto valore della biomassa prodotta nei lavori di contenimento della vegetazione erbacea, curati da Federico Correale Santacroce di Veneto Agricoltura.

Andrea Mattioli dell’Università di Verona ha presentato i risultati della prima sperimentazione, condotta su un impianto pilota, dalla quale emerge che la parziale sostituzione dell’insilato di mais e di altri cereali da colture dedicate con erba derivante dagli sfalci consente di diversificare la razione dei batteri metanigeni senza alterarne l’equilibrio, garantendo una buona produzione di biogas.

Fra i numerosi interventi che si sono succedute nel corso della discussione, si segnala quello del tecnico di UNIMA, che ha sottolineato la necessità di un’ottimale gestione del cantiere, che solo le imprese agromeccaniche professionali possono assicurare. È inoltre indispensabile che gliEnti committenti – in particolare i Consorzi di bonifica – promuovano il riutilizzo del materiale falciato con un’adeguata politica di prezzi, che consenta di ammortizzare i maggiori costi derivanti dalla raccolta e dal trasporto, rispetto a quelli della sola trinciatura o falciatura.

 

Ufficio Stampa UNIMA

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