SOD SEEDING: RISULTATI SPERIMENTAZIONE LASCIANO INTRAVEDERE POSSIBILITÀ ENORMI - n.

Comunicato n. 

[jst] [i]« In confronto all’agricoltura tradizionale [/i]– ha spiegato al termine della seconda giornata di valutazione ospitata da un’azienda agricola della provincia di Ancona, [b]Roberto Guidotti[/b], dell’Ufficio Tecnico di UNIMA - [i]a fronte di rese leggermente inferiori, la semina su sodo e la minima lavorazione presentano un duplice vantaggio: un minore impatto ambientale e una riduzione dei costi di produzione. Da un lato la concentrazione della sostanza organica negli strati superficiali limita l’erosione e favorisce il mantenimento della microfauna dei suoli, dall’altro la minore intensità degli interventi meccanici riduce le emissioni e, soprattutto, i costi di coltivazione. Naturalmente l'applicazione di queste tecniche comporta l'adozione, da parte dell'agricoltore, di un diverso modello aziendale incentrato sulla conservazione del suolo e sulla prevenzione del compattamento [/i]». «[i]Il Sod Seeding non è certo una novità [/i]- ha concluso il presidente di UNIMA, [b]Aproniano Tassinari[/b] - [i]e la crescita di questo metodo di coltivazione è testimoniato dalle molte Regioni italiane che nell’ambito dei PSR offrono contributi alle aziende che lo attuano. Come associazione ci siamo interessati anni orsono all’evoluzione e alla promozione della cosiddetta “Agricoltura Blu”, ma al di la del risparmio suo costi diretti, la caratteristica del minimo impatto e salvaguardia ambientale può rivelarsi strategica nel futuro prossimo, quando a partire dal 2014 la PAC premierà il “Greening” e le funzioni di tutela territoriale attraverso un apposito nuovo capitolo di aiuti diretti[/i]». [/jst]

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