21/01 - ALL'ASSEMBLEA GENERALE UNFO I FRANTOIANI CHIEDONO MAGGIOR ATTENZIONE E TUTELA DEL LORO LAVORO - - - n.21/2001

Comunicato n. 

I frantoiani aderenti all'Unfo, Unione nazionale frantoiani oleari, hanno avviato a Grosseto una nuova fase della vita della loro associazione tenuta a battesimo nel corso dell'ultima assemblea annuale. Una ricostituzione che non dimentica né cancella la lunga esperienza accumulata dall'Unfo nel corso degli ultimi cinquant'anni. Il ruolo e la storia dell'unione hanno radici lontane, la sua costituzione risale al 1948 ed è quindi la più antica tra le associazioni italiane di frantoiani, un'organizzazione che in tutti questi anni ha agito nell'interesse e nella tutela sindacale della categoria. "Un'attività svolta quasi sempre in solitudine, in assoluta assenza - ha ricordato il presidente Giovanni Greco - di risorse finanziarie istituzionali e con un peso burocratico cresciuto a dismisura nel corso degli anni". Le imprese di frangitura sono da sempre state sotto il tiro di regolamenti comunitari, ma negli ultimi tempi il carico relativo ai controlli e adempimenti formali, finalizzati all'erogazione degli aiuti comunitari, hanno raggiunto un peso difficile da sostenere. "I frantoiani subiscono i controlli - ricorda il presidente - pur rimanendo esclusi dai finanziamenti comunitari e tutte le decisioni nazionali e dell'Unione europea vengono prese senza consultare i rappresentati della categoria. E' una situazione che non trova eguali in nessun campo e in nessun paese". L'imminente campagna di raccolta si presenta anche quest'anno con alcune novità introdotte da vari provvedimenti nazionali. In particolare l'ira dei frantoiani si sta scatenando sulla circolare n.58 del luglio 2001 dell'Agea che impone nuovi obblighi contabili che rendono oneroso e impossibile la gestione dell'azienda. Già oggi i frantoi sono costretti alla tenuta di un numero indefinito di registri, una contabilità molto complessa e continui controlli che ad ogni più piccolo errore formale possono portare a sanzioni amministrative come il ritiro del riconoscimento. Una situazione che può comportare il fermo dell'opificio da uno a cinque anni. Ricorda il numero uno dell'Unfo che tutti gli adempimenti previsti dalla normativa non tengono conto della stagionalità dell'attività delle imprese di molitura. Il lavoro del frantoio si esaurisce infatti nell'arco di tempo molto breve, circa 40 giorni, ed è molto gravoso, pertanto, dotarsi di personale specializzato. I frantoiani pur riconoscendo l'utilità di alcuni adempimenti burocratici, quali il nuovo registro standardizzato introdotto dalla circolare Agea, auspicano che i sacrifici loro imposti trovino un riconoscimento da parte delle istituzioni. L'assise toscana è stata l'occasione, quindi, non solo per fare la verifica di questi primi mesi di lavoro, ma soprattutto per affermare e consolidare il ruolo dell'associazione nel supportare i frantoi nello svolgimento di tutta la loro attività di trasformazione.

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