«Dl Agricoltura, attenzione alle equiparazioni tra imprese strutturate e fornitori di manodopera»

Comunicato n. 
40/2024

Il presidente di Cai Agromec, Gianni Dalla Bernardina, sottolinea: «Tale assimilazione, attuata senza un confronto tecnico efficace, finisce per penalizzare le imprese»

(Roma, 26 luglio 2024) – «Il decreto Agricoltura, licenziato dalle Camere e blindato dal voto di fiducia, contiene ulteriori strumenti contro il lavoro irregolare e il pernicioso fenomeno del caporalato, giustificato dalla necessità di dare una risposta immediata alla recrudescenza del fenomeno». Così Gianni Dalla Bernardina, presidente di Cai Agromec, interviene sul recente Dl Agricoltura. «Gli agromeccanici – prosegue Dalla Bernardina - sono da tempo coinvolti in prima persona riguardo alla regolarità del lavoro e al rispetto delle regole: tuttavia, il decreto equipara le imprese che svolgono prestazioni strutturate in cui capitale e tecnologia prevalgono sul lavoro, a chi fornisce una pura prestazione di manodopera».

 «Le imprese agromeccaniche – sottolinea il presidente di Cai Agromec - impiegano macchine aggiornate e tecnologie avanzate con operatori altamente specializzati, che vengono poste sullo stesso piano di chi offre di fatto solo lavoro manuale non qualificato, che può nascondere un'illecita somministrazione di manodopera. Tale assimilazione, attuata senza un confronto tecnico efficace, finisce per penalizzare imprese già soggette a un capillare sistema di controllo aggiungendo inutili adempimenti: nella raccolta meccanica la quota relativa al lavoro non supera di solito il 20% del valore della prestazione».

 «Chi investe capitali di tale entità – spiega Dalla Bernardina - non può permettersi di sbagliare, perché rischia di perdere il suo patrimonio: una realtà ben diversa dalle aziende irregolari, che spesso non possiedono capitali propri e non offrono alcuna garanzia patrimoniale sul pagamento di quanto accertato. L'unico vero effetto sarà sul costo del lavoro, con una duplicazione di obblighi e costi (ad esempio la fideiussione per singolo committente); per chi è solito vivere nel sommerso e nell'illecito, invece, è facile prevedere che la norma continuerà ad essere elusa. La Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani – Cai Agromec chiede al Governo di stralciare, nel decreto attuativo, l'attività contoterzista, caratterizzata da prevalenza di capitali, conoscenze e tecnologia, rispetto all'impiego di manodopera, peraltro altamente specializzata e continuamente aggiornata. Chiede inoltre di completare rapidamente l'approvazione dell'albo nazionale che potrà dare le ulteriori garanzie a tutela della regolarità e della sicurezza del lavoro, oltre che delle stesse  imprese agricole».

 

Ufficio stampa CAI Agromec,

Marco Pederzoli (tel. 335 6659785

 

 

 

Cai Agromec è l’unione delle associazioni a cui aderiscono le imprese di meccanizzazione agricola (agromeccaniche) che svolgono l’attività del contoterzismo prevalentemente nell’ambito dell’agricoltura, dell’ambiente e del territorio. Oggi, Cai Agromec aggrega circa 15.000 imprese agromeccaniche in tutta Italia, rappresentando circa l’80% delle aziende del settore presenti sul territorio nazionale.