AGROMECCANICI: LA RISPOSTA INNOVATIVA ALLA FILIERA ENERGETICA - n.

Comunicato n. 

[jst]Presieduto e moderato dal dott. Silvio Balloni, della Facoltà di agraria di Catania, il convegno si è aperto con i saluti dell'avv. Di Falco, Presidente Ente Fiere e di Giuseppe Tumino, Presidente della CCIAA di Ragusa, che ha sottolineato come la Sicilia produca un'eccedenza di energia rispetto ai consumi ma, nonostante questo, paghi l’energia a prezzi superiori rispetto ad altre regioni. Il Prof. Valter Pironi - esperto di florovivaismo – ha evidenziato come le quattro principali aziende siciliane che operano nel suo settore siano tra le prime dieci al mondo, a testimonianza dei picchi di eccellenza che questa regione è in grado di raggiungere. Significativa è l’inversione di tendenza nel settore che, vista l’instabilità climatica, sta decisamente puntando sulla produzione a clima controllato e sulla ricerca di specie vegetali che richiedono meno acqua, energia e materie prime. Dopo la presentazione di UNIMA e delle sue attività, fatta dal dott. Giacomo Mocciaro, il Presidente Tassinari ha ricordato il lungo periodo di lavoro svolto con questa regione e rimarcato la decisione e le qualità imprenditoriali che questa terra sa esprimere. Qualità che si legano a un’ampia diffusione di un contoterzismo che si pone come migliore risposta alle esigenze di un'agricoltura in continua evoluzione, ma che rimane un settore trainante dell'economia reale. UNIMA è già presente in Sicilia con AMPI Trinacria, presentata dal suo direttore Francesco Occhipinti, che ha ricordato come per sviluppare il contoterzismo sia stato recentemente fondato un centro di servizi e un'associazione specifica. La relazione del Prof. Orazio Sortino, della Sezione di Scienze Agronomiche dell’Università di Catania, è partita dall'esaurimento delle risorse non rinnovabili e dai problemi di mercato per prevedere un’agricoltura del futuro che avrà come prima finalità quella dell'alimentazione, ma che non mancherà di orientarsi anche verso produzioni diverse. Il ruolo che i contoterzisti possono rivestire nell’ambito delle filiere agroenergetiche è stato illustrato da Roberto Guidotti, di UNIMA. Dalla sua relazione è emerso come le filiere agroenergetiche possono prevedere per l'impresa agromeccanica diversi ruoli, che vanno dalla semplice prestazione di servizi all’organizzazione dell'intera filiera “chiavi in mano”, passando per la gestione della produzione di biomasse o colture dedicate, quella del conferimento e della logistica e quella di impianti consortili di trasformazione. La prestazione di servizi agromeccanici rappresenta la forma più semplice e tradizionale di intervento del contoterzista e si realizza generalmente attraverso la raccolta di colture legnose a ciclo breve (SRF) e la raccolta e la lavorazione di semi oleosi per la produzione di olio vegetale. Nel primo caso si tratta di lavorazioni che comportano l'uso di cantieri di lavoro dal valore minimo di 200.000 euro che li pone al di fuori delle possibilità economiche della maggior parte delle aziende agricole italiane; analogamente nel secondo caso sono richieste mietitrebbiatrici ed estrattori che hanno costi troppo elevati per una realtà produttiva singola. Per quanto concerne l’organizzazione delle produzione di biomasse e colture dedicate, il contoterzista si pone come figura professionale ideale in quanto è abituato a ragionare in termini di comprensorio, conosce personalmente le aziende agricole del territorio servito e sa organizzare e programmare interventi multipli. La natura stessa dell’attività agromeccanica si rivela fondamentale nella corretta gestione logistica e del conferimento, potendo l’impresa conto terzi garantire cantieri multipli di produzione, centri intermedi di stoccaggio e trattamento, centrali di trasformazione fisse o mobili o sistemi misti. La gestione di impianti comprensoriali di trasformazione tendono a essere incompatibili con l'attività agricola, richiedendo le centrali di trasformazione una presenza costante di operatori esperti, interventi periodici di manutenzione e, a volte, interventi estemporanei di riparazione che possono invece essere assicurati dall’imprenditore agromeccanico. Dal punto di vista logistico il massimo dell’efficienza si raggiunge lasciando all’agromeccanico l’organizzazione totale della filiera, consentendogli di gestire il coordinamento della produzione, l’organizzazione dei conferimenti, la movimentazione dei prodotti, il loro trattamento, conservazione e trasformazione, sino alla finale ridistribuzione del valore aggiunto. Per le sue caratteristiche, la soluzione ideale per la trasformazione energetica di prodotti di origine agricola sarebbe l’associazionismo. Questa forma si scontra tuttavia nella pratica con uno scarso spirito associativo degli imprenditori, spesso legato alle difficoltà di individuare una leadership comunemente accettata, nonché con le dimensioni degli impianti solitamente ridotte (1MW) rapportate alla complessità burocratica e amministrativa legate alla sua gestione e alla cessione dell’energia alla rete pubblica. Laddove l’associazionismo si riveli una strada non percorribile, rimane comunque la valida alternativa di una singola impresa agromeccanica che coordini le altre aziende interessate in base a una gestione di tipo commerciale che contempli il pagamento del prodotto sul valore aggiunto. In questo modo è possibile evitare la creazione di una struttura dedicata e ridurre sostanzialmente i costi della trasformazione energetica, garantendo un reddito certo, tanto all’agricoltore quanto al contoterzista.[/jst]

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