Contoterzismo e pubblica amministrazione: si apre uno spiraglio - n.

Comunicato n. 

[jst]Il ricorso alle imprese agromeccaniche per la tutela delle acque potrebbe, in un futuro prossimo, perdere i suo attuale carattere episodico per divenire una pratica istituzionalizzata. È quanto emerso dal convegno, organizzato da UNIMA con il patrocinio della Provincia di Cremona, sul tema del ruolo del contoterzismo nella tutela dell’ambiente e delle risorse idriche nel terzo millennio e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Giorgio Toscani, Assessore Agricoltura Provincia di Cremona; Aproniano Tassinari, Presidente UNIMA; Davide Boni, Assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia e Presidente A.I.P.O.; Lino Zanichelli, Assessore Ambiente e Sviluppo Sostenibile della Regione Emilia Romagna; Giulio Tufarelli, Responsabile Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazione e Miglioramenti Fondiari; Paolo Lassini, Direzione Generale Agricoltura Regione Lombardia e Roberto Guidotti dell’Ufficio Tecnico UNIMA. Premesso che l’acqua è una risorsa che deve essere usata e non consumata e prendendo le mosse dalle eterogenee realtà presenti nelle regioni toccate dal Po, i diversi relatori hanno tratteggiato un esaustivo quadro delle attività relative alla gestione delle acque affrontandone in maniera dettagliata tanto i problemi tecnici quanto quelli logistici, amministrativi e finanziari. L’elemento che in questa fase ha senza dubbio messo d’accordo tutti è la constatazione che ormai da anni i fondi disponibili per gli interventi sono una minima parte di quanto effettivamente necessario. Questa pluriennale sottostima delle reali necessità avrebbe istituzionalizzato la concentrazione delle risorse in attività operative volte esclusivamente ad affrontare le emergenze a scapito della regolarità di manutenzione e innovazione, con la logica conseguenza di crearne invariabilmente di nuove. Dal bacino del Po’ il quadro della situazione si è allargato a livello nazionale con l’intervento di Giulio Tufarelli che, riportando dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente, ha sottolineato come il 70% dei comuni e il 7,1% della superficie nazionale siano a rischio idrogeologico. La situazione è resa ancora più drammatica dagli evidenti cambiamenti climatici e dalla tendenza delle precipitazioni ad assumere sempre più carattere alluvionale. Sull’agricoltura la situazione si è riflessa, nel corso degli ultimi 13 anni, con una perdita di oltre 2.300.000 ettari di SAU, pari a più del 9% del totale e con un accentuarsi del processo di desertificazione del meridione che sta mettendo a rischio tutto il settore primario locale. Il quadro globale assume tinte ancora più fosche se si considera che a fronte dei 39 miliardi di euro stimati come necessari per affrontare la situazione, ne sono stati erogati solo 3 destinati in ugual misura agli interventi straordinari e ordinari e troppo spesso dispersi in programmi ministeriali collaterali. La soluzione del problema della gestione delle acque dovrà passare attraverso modifiche strutturali della rete come l’aumento delle capacità di invaso, ma richiede anche la collaborazione dei componenti del comparto agricolo ai quali è richiesta la disponibilità a ottimizzare lo sfruttamento quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. L’agricoltura inoltre, secondo Giorgio Toscani, può fornire un servizio di tutela e monitoraggio delle risorse idriche da falda e la figura dell’imprenditore agromeccanico, le cui risorse operative ormai da qualche anno saltuariamente si affiancano a quelle dei consorzi di bonifica, può rivelarsi un’arma fondamentale per contrastare l’attuale situazione. Il contributo che le imprese agromeccaniche possono apportare nell’ambito delle aree operative oggetto del convegno è stato il tema di Roberto Guidotti che ha ricordato come il contoterzismo non sia sinonimo di attività agricola in senso stretto e come anzi l’imprenditore agromeccanico sia nato come gestore dei grandi mezzi cingolati destinati all’impiego su grandi infrastrutture o per uso militare che, una volta dismessi, hanno trovato applicazione nell’agricoltura ma che hanno continuato anche a lavorare nel piccolo movimento terra, nell’edilizia e nelle opere di genio civile. L’avvento di escavatori idraulici sempre più perfezionati e la riduzione della SAU negli ultimi 15 anni hanno spinto la categoria a differenziare le proprie attività dedicando maggiore attenzione al movimento terra e alla manutenzione del territorio. Oggi le imprese agromeccaniche sono in grado di coprire le esigenze dei numerosi soggetti che operano per il territorio: enti locali, consorzi di bonifica, autorità di bacino, aziende agricole e svolgono le attività più diverse tra cui quelle di ripresa di frane, sistemazione dei pendii, costruzione di dighe, pennelli e briglie; bonifica di rocce pericolanti, isolamento delle discontinuità geologiche e dei piani di scivolamento. Nel campo specifico della gestione delle acque gli agromeccanici si occupano della manutenzione dei corsi d'acqua attraverso lo sfalcio e la raccolta della vegetazione spontanea, lo spurgo degli alvei e la sagomatura dei canali; delle opere di bonifica idraulica attraverso la tracciatura di alvei e affossature e opere di drenaggio tubolare sotterraneo e, infine, del livellamento dei terreni per favorire la corretta regimazione delle acque sulle superfici agrarie per realizzare l'equilibrio fra assorbimento e allontanamento delle acque in eccesso. Attività così specifiche e impegnative hanno richiesto ovviamente un adeguamento delle macchine e delle attrezzature delle imprese che oggi, a seconda della loro collocazione territoriale e attività, possono offrire escavatori idraulici munite di bracci “long arm” per la manutenzione di grandi alvei, trattori industriali con lame apripista, trattrici agricole allestite con bracci idraulici per lo sfalcio della vegetazione spontanea, motobarche per lo sfalcio della vegetazione acquatica e macchine operatrici specifiche per lavori di geotecnica, trivellazioni, drenaggio tubolare e via di seguito. Il vero punto di forza delle imprese agromeccaniche è tuttavia rappresentato dalla professionalità degli imprenditori e degli operatori che sono in grado di sfruttare le potenzialità della macchina al 100%: esistono imprese che si sono specializzate non solo nella gestione dei cantieri di lavoro, ma anche nella fornitura di opere “chiavi in mano”, come la costruzione di reti comprensoriali di bonifica idraulica. La professionalità della categoria si sviluppa anche nella sempre maggiore diffusione di tecnologie come quelle di georeferenziazione su base satellitare (anche con controllo delle quote), nella livellazione laser e nell'uso sempre più frequente di software dedicati per la gestione degli spostamenti di terra, in grado di ridurre significativamente i consumi energetici, in un momento in cui la tutela dell'ambiente in senso globale diviene ogni giorno più importante. I contoterzisti, in quanto operatori professionali, riescono a raggiungere elevati gradi di utilizzazione delle macchine che consentono un rapido turnover, con una conseguente riduzione delle emissioni in atmosfera e riduzione dell'inquinamento; molte imprese si sono già convertite all'impiego generalizzato di oli lubrificanti sintetici a totale biodegradabilità, molto importanti quando si opera su corsi d'acqua perché eliminano i danni ambientali in caso di perdite. Nel concludere il suo intervento, Guidotti ha ricordato come, sebbene la legge di orientamento in agricoltura e le tariffe più basse stiano spingendo diverse amministrazioni locali ad affidare appalti a imprese agricole, queste spesso non sono in grado di garantire i medesimi standard di qualità aziendale di quelle agromeccaniche, disponendo in linea generale di attrezzature meno aggiornate e di operatori non professionali, che si adattano a svolgere lavori ai quali non sono abituati e per i quali non sono preparati. Questa tendenza, ha sottolineato Guidotti, pur non essendo irregolare, spesso cozza con le normative nazionali e comunitarie della cosiddetta Direttiva Cantieri che tutelano la dignità del lavoro e la sicurezza per l'operatore. È toccato all’assessore Lino Zanichelli indicare il possibile modo per inserire le imprese agromeccaniche tra gli attori istituzionali della “Filiera dell’Acqua”. Questo spiraglio va identificato nell’applicazione della normativa europea 2000/60 che prevede trall’altro l’istituzione di una “Autorità di Distretto” in grado di superare le divisioni settoriali e territoriali. Ai tavoli decisionali di tale Autorità dovrebbero sedere anche le imprese agromeccaniche che, già in attesa di essere incluse nei PSR, potrebbero invece fornire un apporto fondamentale alla rivalutazione generale del territorio e al raggiungimento di quegli standard qualitativi e quantitativi richiestici per il 2016 dalla comunità europea e ancora troppo lontani. [/jst]

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