DEMICHELI: 'SOLO SE POLITICA E AGRICOLTURA MOSTRERANNO LUNGIMIRANZA IL SETTORE PRIMARIO POTRÀ SALVARSI E RICONQUISTARE I MEDIA' - n.

Comunicato n. 

[jst]«[i]Quale sia la considerazione dei media in generale per la realtà agricola può essere riassunto in un fatto semplicissimo: –[/i] spiega Demicheli – [i]a fronte del fiorire in televisione di programmi di cucina, due anni orsono abbiamo assistito alla soppressione da parte della RAI di “Agri3”, l’unico programma a diffusione nazionale che mostrava in maniera professionale la realtà produttiva del settore primario. Il caso degli agromeccanici è emblematico in un panorama avvilente in cui non c’è una cognizione generale di cosa accade prima che i prodotti agricoli raggiungano i banchi del supermercato. Compriamo oltre il 30% delle macchine agricole sfornate dall’industria e con quelle svolgiamo in media il 70% delle operazioni colturali meccanizzate, ma troppo spesso e a tutti i livelli ci troviamo di fronte a rappresentanti del mondo politico che sono chiamati a prendere decisioni fondamentali per l’agricoltura e non sanno, o fingono di non sapere, neanche che la nostra categoria esiste. Far intendere a chi di agricoltura è completamente digiuno il nostro ruolo e le nostre problematiche [/i]– prosegue Demicheli - [i]è un compito lungo e difficile, i cui risultati sono sovente vanificati dall’avvicendarsi dei nostri interlocutori nelle cariche istituzionali. Il risultato di tanti sforzi troppo spesso si traduce in un riconoscimento verbale dell’importanza della categoria, ma non nel varo ufficiale di una legge di qualificazione che da anni stiamo chiedendo. E’ imperativo che la politica abbandoni l’errato luogo comune di un’agricoltura in grado di sopravvivere “a tutto e tutti” e quindi ignorabile, o utilizzabile come merce di scambio sui tavoli nazionali ed europei. Non è così, e il crollo verticale del numero di imprese agricole negli ultimi anni dovrebbe suonare, più che come un campanello di allarme, come una sirena antiaerea. Da rappresentante di UNIMA, però, non posso non sottolineare che se il crollo del settore primario comporterebbe un analogo crollo del comparto agromeccanico, lo stesso effetto si avrebbe se fosse il sistema del contoterzismo a cedere per primo». «La salvezza del settore primario nazionale non può, però, dipendere solo dalla politica[/i]. – conclude Demicheli – [i]L’agricoltura deve contribuire al salvataggio di se stessa confrontandosi con i mercati in un’ottica di medio e lungo termine, abbandonando alcune miopi tendenze dettate dalla “monetizzazione immediata” che portano a pratiche suicide come quella di trasformare in biogas non gli scarti ma il cibo nobile, o di coprire suolo fertile con pannelli fotovoltaici. Sarà poi compito di tutti i membri della filiera agricola promuovere, ove possibile in maniera unitaria, le proprie attività e professionalità, per riconquistare sui media i giusti spazi e iniziare a ridurre l’enorme distanza che ormai ci separa dal cittadino medio».[/i][/jst]

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