UNIMA RICEVUTA AL SENATO - n.

Comunicato n. 

[jst]Scopo principale dell’audizione è stato quello di presentare alla commissione un quadro preciso della situazione contingente del comparto agromeccanico, evidenziando una serie di problematiche che affliggono la categoria limitandone crescita e competitività e presentando, nel contempo, una serie di proposte volte a eliminare o limitare i vincoli che derivano agli imprenditori dall’eccessiva burocrazia e da una legislazione attualmente lacunosa in alcune sue parti. Tra le problematiche più pressanti è stata evidenziata la tendenza delle istituzioni a trascurare la categoria negli anni passati, che ha portato l’impresa agromeccanica a essere esclusa dai numerosi interventi di sostegno al settore primario: dai PSR, all’esonero dei contributi di costruzione, dai diritti di prelazione all’IRAP ridotta, dagli indennizzi in caso di calamità alla cassa integrazione per i dipendenti. Esclusioni spesso legate all’assenza di un quadro normativo di riferimento, all’interno del quale gli agromeccanici debbano svolgere la propria attività d'impresa. Solo con il D. Lgs. 99 del 2004 si é infatti arrivati ad una prima definizione, ancora incompleta, dell'attività agromeccanica; a tutt’oggi però, non esiste una sua vera e propria disciplina, né una definizione soggettiva di tali imprenditori. In generale, la richiesta presentata da UNIMA alla Commissione è stata quella di regolamentare l’esercizio dell’attività agromeccanica, con regole chiare e finalizzate a difendere le imprese contoterziste dal problema della concorrenza sleale e a garantire la professionalità delle prestazioni per un maggiore rispetto della salute pubblica e dell'ambiente. Per la realizzazione di tali proposte UNIMA ha richiesto l’introduzione di alcuni requisiti minimi obbligatori per l’esercizio dell'attività agromeccanica, tra i quali la capacità dell’impresa di dimostrare il possesso di un'adeguata idoneità tecnica, un'elevata compatibilità ambientale dei servizi offerti, il rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro, il regolare inquadramento dei dipendenti e un'adeguata copertura assicurativa delle macchine e attrezzature utilizzate, nonché del rischio di esercizio. Pur rimanendo fermamente convinta della validità dell’attuale inquadramento delle imprese agromeccaniche nel settore artigiano industriale, UNIMA ha richiesto che alcuni privilegi, assegnati alle imprese agricole in virtù del carattere stagionale dell'attività, siano concessi anche agli agromeccanici che, al pari degli agricoltori, si trovano ad affrontare le difficoltà di un settore primario caratterizzato da incertezze non solo climatiche, ma anche di politica comunitaria e dei mercati internazionali. A fronte di domande specifiche della Commissione, sono inoltre emerse alcune richieste dettagliate che potrebbero risolvere gran parte dei problemi più urgenti della categoria: 1. Previsione di misure dedicate alle imprese agromeccaniche all’interno dei Piani di Sviluppo Rurale; 2. Estensione della possibilità di edificare in aree agricole su tutto il territorio nazionale (cfr. art. 17, DPR 380/2001), sottolineando che tale disposizione è già operante in molte aree del Centro nord pur pagando i relativi oneri; 3. Interventi di sostegno all'imprenditoria giovanile e per favorire il ricambio generazionale nelle imprese agromeccaniche (cfr. D. Lgs. 185/2000); 4. Equiparazione dell’IRAP a quella agricola; 5. Priorità nello stipulare contratti con le pubbliche amministrazioni per lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione e alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura e al mantenimento dell'assetto idrogeologico nonché interventi per far fronte a stati di calamità naturali(cfr. art.l5, D. Lgs. 228/2001); 6. valutazione delle norme del Codice della Strada alla luce delle innovazioni tecnologiche e alleggerimento degli adempimenti burocratici a carico delle imprese agromeccaniche, con particolare riferimento alla disciplina del rilascio dei permessi alla circolazione per i mezzi eccezionali; 7. revisione dell’innalzamento del limite di esonero IVA nato con la Finanziaria 2007, che ha determinato la cancellazione di molte imprese agricole dal registro imprese impedendo agli agromeccanici di usufruire del gasolio agricolo per i servizi forniti a tali soggetti e, sempre in tema di gasolio agricolo, la legittimazione del suo uso anche per le prestazioni rese ai consorzi di bonifica e irrigazione (anch'essi non iscritti alla CCIAA); 8. facoltà di utilizzare il voucher, semplificando gli adempimenti burocratici connessi alle assunzioni, contribuendo nel contempo all’emersione del lavoro nero L’intervento del presidente UNIMA si è concluso con un appello affinché i finanziamenti per la meccanizzazione agricola siano legati alla produttività dell’investimento e perché gli agromeccanici, attraverso l’UNIMA, siano presenti ai tavoli di concertazione del settore primario (tavolo verde, tavolo agroalimentare, tavoli di filiera), facendo così in modo che il mondo agricolo possa essere rappresentato nella sua interezza. Al termine dell’audizione, la Commissione ha giudicato condivisibili molte delle istanze proposte e si è riservata di valutarle alla luce della applicabilità in termini giuridici e finanziari, assicurando nel contempo la propria ampia disponibilità a cooperare con UNIMA nella ricerca di soluzioni in grado di individuare iniziative condivise con il mondo politico e gli altri attori dell’agricoltura italiana, al fine di salvaguardare il comparto agromeccanico e con esso tutelare l’intero settore primario nella sua ricerca di standard qualitativi sempre più alti. Particolarmente apprezzata è stata la dichiarazione del Presidente della Commissione, il senatore Paolo Scarpa Bonazza Buora, che ha sostenuto che «[i]Non è più accettabile l’assenza di UNIMA dai Tavoli di Concertazione e di Filiera[/i]» e l’invito a riprendere il dialogo a settembre, immediatamente dopo la pausa estiva, con l’analisi delle singole proposte presentate.[/jst]

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