BENE L’INSERIMENTO DELLA ROTTAMAZIONE NEI PSR, MA SOLO A CONDIZIONE CHE GLI AGROMECCANICI VI ACCEDANO - n.

Comunicato n. 

[jst] «[i]Gli agromeccanici[/i], - sostiene Aproniano Tassinari, Presidente di UNIMA - [i] intervengono per circa il 60% del totale delle lavorazioni e con picchi superiori al 90% per le fasi di raccolta. Il comparto agromeccanico, inoltre, rappresenta un elemento fondamentale anche per quanto riguarda l’agroindustria: pur rappresentando numericamente solo l’1% dei potenziali acquirenti di macchine infatti, le imprese agromeccaniche assorbono annualmente più del 30% dei mezzi venduti sul mercato nazionale. Ben venga, dunque, l’inserimento degli incentivi nei PSR, purché gli agromeccanici, in virtù della stessa normativa, possano accedervi al pari degli agricoltori[/i]». Un provvedimento volto a incentivare la rottamazione è stato sostenuto da UNIMA sin dalle prime proposte, ma queste modalità di realizzazione sono ritenute dalla principale associazione sindacale che rappresenta gli agromeccanici a dir poco discutibili. Ove inserito in PSR da cui le imprese conto terzi sono escluse, l’incentivo favorirebbe infatti l’incremento della concorrenza sleale nei confronti del comparto da parte di chi può accedere a costose tecnologie a prezzi inferiori rispetto a quelli sostenuti dagli agromeccanici; è infatti evidente come, avendo sostenuti costi minori per mezzi e attrezzature, i beneficiari potranno offrire le medesime lavorazioni a tariffe impossibili per chi deve ammortizzare il costo pieno delle macchine. «[i]Pur proseguendo a sostenere la necessità di inserire il comparto agromeccanico nei PSR [/i]– conclude Tassinari – [i]ci rendiamo perfettamente conto che si tratta di un passo che non può essere fatto dall’oggi al domani, per questo motivo riteniamo che il MiPAAF, nella situazione contingente, dovrebbe riconsiderare la sua iniziativa inserendo le misure di incentivazione previste in un segmento dei Programmi di Sviluppo che non riguardi esclusivamente le imprese agricole. In questo modo si ottimizzerebbero i risultati che l’erogazione degli incentivi si prefigge non escludendo a priori dalla manovra la considerevole parte del parco macchine agricole nazionale in possesso degli agromeccanici e, nel contempo, non si porterebbe avanti uno dei più clamorosi casi di ingiustizia sociale che il settore primario nazionale abbia mai registrato[/i]». [/jst]

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