3/2003 Da "il Contoterzista" n. 4/2003 - editoriale - - - Un riconoscimento vero - - n.03/2003

Comunicato n. 

Trentacinque principi direttivi in base ai quali dovranno essere impostati i decreti legislativi da presentare entro un anno per definire la grande riforma dell'agricoltura italiana. Una mole di lavoro intenso aspetta il Governo subito dopo l'approvazione definitiva, da parte del Senato, del Collegato Agricolo contenente "disposizioni in materia agricola" che affida appunto all'Esecutivo la delega per completare e modificare la "Legge di orientamento". Una sorta di ‘grande contenitore' da riempire e con il quale si dovranno affrontare diverse e spinose problematiche lasciate in sospeso con il decreto legislativo 228/2001 che, inspiegabilmente, trascurava il ruolo degli agromeccanici. Si tratta di un lavoro arduo in un arco di tempo che appare troppo limitato. Alcuni parlano di una cambiale in bianco concessa al Governo, altri di una grande sfida che dovrà rendere più competitiva la nostra agricoltura, di pari passo con tutte le attività economiche. Tra gli argomenti portati, per la prima volta all'attenzione del legislatore, uno ci tocca da vicino: la regolamentazione dell'attività agromeccanica. L'art 1, comma 2, lett. ff cita.."definizione e regolamentazione dell'attività agromeccanica, quando esercitata in favore di terzi con mezzi meccanici, per effettuare le operazioni colturali dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria dello stesso, la sistemazione, la manutenzione su fondi agro-forestali nonché le operazioni successive alla raccolta per la messa in sicurezza e per lo stoccaggio dei prodotti". Un emendamento approvato dal Senato che è frutto di una lunga battaglia avviata dall'Unima, a tutela della categoria da essa rappresentata. Una lotta portata avanti senza soste a partire dal 1980, anno della prima richiesta ufficiale della regolamentazione dell'attività, per arrivare al 2001, quando appunto con il d.lgs 228/01, che voleva creare le premesse per modernizzare l'agricoltura, si è dimenticato di salvaguardare la professionalità di una categoria imprenditoriale quale quella agromeccanica a cui tanto deve l'agricoltura del nostro paese. Una scelta questa che ha messo in serio pericolo il lavoro di una vita di molte imprese di meccanizzazione agricola, virtualmente costrette a combattere una concorrenza sleale di agricoltori 'abilitati' a prestare gli stessi servizi a costi più competitivi, solamente perché agevolati da un miglior trattamento fiscale e previdenziale. Il Parlamento offre ora la possibilità di un ampio riconoscimento che permette di individuare e regolamentare tutti i contoterzisti, nessuno escluso, che svolgono questa attività nel rispetto delle leggi e in favore di un settore che sopravvive e cresce grazie alla nostra presenza. È il primo e importante passo verso il riconoscimento di una figura indispensabile, di un fattore strutturale per tutta la filiera agroindustriale. Cio che conforta, in questo delicato passaggio, è che, a differenza di un recente passato, il legislatore sembra aver assunto piena coscienza della necessità di attribuire all'attività agromeccanica il ruolo che le spetta. Il compito degli contoterzisti dunque non riveste più solamente la funzione di coloro che permettono l'abbattimento dei costi per le imprese agricole, ma diventa elemento di fondamentale importanza anche nel campo della tracciabilità e nella sicurezza delle produzioni agricole. Rimane ora da vedere la reale possibilità di raggiungere il traguardo senza che nessuno, sarebbe inspiegabile se ciò provenisse dal mondo agricolo, possa porre il proverbiale bastone tra le ruote.

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