8/2003 57^ ASSEMBLEA GENERALE UNIMA - n.8/2003

Comunicato n. 

Riteniamo che la Pac debba essere innovata, ma le previsioni di una sostanziale e progressiva riduzione degli aiuti diretti, così come proposta da Bruxelles, creeranno sicuramente molti problemi alle aziende agricole italiane e di conseguenza anche alle imprese agromeccaniche'. È questa la preoccupazione lanciata dal presidente dell'Unima, Luigi Gulinelli, nel corso della 57^ Assemblea generale a Galatina (Le). Nel corso dell'incontro Gulinelli è tornato a chiedere con fermezza l'approvazione della delega concessa al governo per la regolamentazione dell'attività agromeccanica 'con la quale speriamo - ha sottolineato il presidente - di eliminare le distorsioni introdotte dalla Legge di orientamento con la nuova definizione di imprenditore agricolo'. Sono grandi, infatti, le aspettative che la categoria si attende dal varo del provvedimento che dovrebbe definire e regolamentare l'attività agromeccanica. Una storica conquista dell'Unima, ha tenuto a precisare il Gulinelli, che non deve però tradursi in un puro e sterile esercizio di natura giuridica, se a tutti i soggetti imprenditoriali che operano nel primario, compresi quelli che esercitano l'attività agromeccanica, svolta sia come attività 'connessa' sia a titolo esclusivo e/o principale, non fosse consentito di usufruire di pari opportunità. Il decreto deve avere lo scopo principale di eliminare le distorsioni apportate dalla legge di orientamento nei conforti dei contoterzisti. 'Se non dovessimo essere ascoltati, consapevoli di combattere una battaglia giusta ' ha ribadito Gulinelli - non escludiamo il ricorso alla mobilitazione nazionale'. Un appello al quale ha risposto l'on. Luigi Pepe intervenendo all'assemblea 'Appoggio le richieste della vostra categoria ' ha affermato ' proprio perché rappresentate una parte importante dell'agricoltura italiana che va tutelata con tutti i mezzi. Farò di tutto perché raggiungiate l'obiettivo proposto dal presidente, avrete tutto il mio sostegno nel caso di una vostra manifestazione, perché quando si protesta per una giusta causa ed entro limiti corretti ' ha continuato ' non possiamo che essere d'accordo'. Basta dare uno sguardo ai campi per avere consapevolezza del ruolo dei contoterzisti nel settore primario. In questa stagione di grandi raccolti alla base delle principali operazioni colturali e di trasformazione c'è un'impresa agromeccanica. Su ogni macchina impegnata nella mietitura, in 95 casi su 100 si tratta di un contoterzista. E proprio nelle grandi colture che si realizza la fondamentale funzione degli agromeccanici: raggiungere livelli elevati di qualità delle produzioni e abbattimento dei costi. "Più che un patto con i consumatori, è indispensabile individuare ' ha affermato Gulinelli - come l'agricoltura italiana possa recuperare una sua funzione strategica imperniata su un sistema integrato di imprese, per quanto possibile svincolato da protezioni eccessive, attraverso un vero piano di ammodernamento e di una politica che, oltre a rafforzarne gli aspetti strutturali ' ha proseguito - in maniera adeguata la maturazione professionale e imprenditoriale dell'intero settore". I dati del Censimento 2000 mostrano che le aziende agricole italiane ricorrono sempre più al lavoro degli agromeccanici. Su i 2,6 milioni di aziende censite, oltre 1,2 milioni ha usufruito dell'intervento dei contoterzisti, pari al 55% del totale utilizzando macchine più nuove e tecnologicamente più avanzate. Si tratta di attrezzature che nella maggioranza dei casi ha un'età inferiore ai dieci anni. Molto più 'corta' risulta invece la vita di una mietitrebbia, con una media di 3 /4 anni di utilizzo. Tre le cause principali di questo forte ricambio meccanico figurano il fisco, l'intenso utilizzo e la necessità di più recenti tecnologie. E proprio sul fronte della tecnologia e della potenza i dati mettono in mostra la qualità e l'affidabilità dei mezzi forniti dai contoterzisti. Nel caso delle trattrici con una potenza da 100 e oltre Kw prevalgono, come proprietari, i contoterzisti. Forte la presenza del lavoro delle imprese agromeccaniche nel comparto della raccolta delle barbabietole da zucchero, dove i mezzi conto terzi raccolgono l'88% del prodotto. Ancora più incisiva la presenza del lavoro contoterzista nel settore delle mietitrebbie. La raccolta di questo comparto è affidata per il 95% alle macchine dei contoterzisti. Situazione non molto differente anche nel settore della distribuzione dei prodotti fitoiatrici. Più del 33% del lavoro viene effettuato con mezzi conto terzi. Anche per il 2002 i dati economici attribuiscono agli agromeccanici una quota di poco superiore del 25% dell'intero giro di affari nell'acquisto di mezzi meccanici nuovi, con investimenti che raggiungono i 950 milioni di euro, circa il 4% in più rispetto all'anno precedente. Nonostante il calo delle produzioni agricole di maggiore interesse per l'attività dei contoterzisti, il volume d'affari della categoria e l'espansione effettiva della domanda, hanno messo a segno un incremento rispettivamente del 5,8 e del 6%. Il volume d'affari si è attestato a poco meno di 3,2 miliardi di euro. Una cifra realizzata lavorando più di 10 milioni di ettari in tutta Italia per una occupazione totale di 40.000 addetti, sia fissi sia stagionali. Interessante è stato anche l'incremento (+7%) negli acquisti di macchine per il movimento terra che, da sempre, per i contoterzisti, rappresenta una apprezzabile possibilità di diversificare il proprio ambito operativo. Galatina, 30 maggio 2003

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