1/2004 da "Il contoterzista" n.1/2004 - Bietola, una spina nel fianco - n.1/2004

Comunicato n. 

'Un anno passa e va'..' dice una vecchia canzone ed è vero gli anni passano velocemente e si presentano subito i nuovi raccolti. Non voglio qui fare il punto su tutti i comparti agricoli, ma c'è una spina nel fianco che mi infastidisce, ora più di ogni altra: il ruolo degli agromeccanici nel contesto della filiera della barbabietola da zucchero. Avevamo lanciato da queste pagine grida di dolore, appelli alla cooperazione, disponibilità al dialogo. Ma nessuno ha inteso cogliere il nostro messaggio. Parti agricole e industriali hanno firmato un nuovo accordo interprofessionale bieticolo-saccarifero per le prossime tre campagne produttive 2003-2005. Che dire se, ancora una volta, al tavolo del negoziato non siamo stati invitati' Eppure riteniamo che il nostro apporto non sia marginale per il raggiungimento degli obiettivi quantitativi e soprattutto qualitativi della produzione. Senza le capacità professionali e le acquisizioni tecnologiche dei contoterzisti è ben difficile raggiungere, e mantenere, un livello di qualità del prodotto necessario all'industria di trasformazione. Forse, però, un piccolo spiraglio si è aperto, leggiamo da un comunicato stampa diffuso da una delle maggiori associazioni di produttori bieticoli, che nell'intesa: 'una novità assoluta è costituita dall'impegno a collaborare col Mipaf nella redazione di un documento di programmazione che prevede una razionalizzazione del settore bieticolo-saccarifero tale da favorire uno stabile assetto di prospettiva'. Che si siano resi conto che non esistono solamente i trasportatori ma anche gli agromeccanici' Speriamo! Sono anni che l'Unima chiede la massima partecipazione, e senza remore, al dialogo per tutti i componenti della filiera, con lo spirito proprio di quella razionalizzazione citata ora nell'accordo, una razionalizzazione dei ruoli di tutti. Nel frattempo, mentre studiano la razionalizzazione, noi facciamo di nuovo appello a tutti, ma soprattutto al ministro delle Politiche agricole, affinche' si giunga ad un accordo definitivo nel quale sia riconosciuto la nostra posizione di interfaccia tra industria e produzione. Vogliamo dialogare essendo però determinanti, poiché siamo un po' stanchi di essere considerati solamente quelli che hanno il compito di acquistare le macchine tecnologicamente più avanzate, per venire incontro alle esigenze dei produttori e degli industriali. In fondo si chiede un riconoscimento di una parte del lavoro essenziale. Un'esclusione stridente che pesa ancor di più se si considera che negli accordi interprofessionali hanno sempre trovato posto le istanze degli autotrasportatori, cioè coloro che portano il prodotto al conferimento, mentre i contoterzisti che lo raccolgono non hanno spazio. Non vogliamo polemizzare con alcuno. Ma ci sembra che se vogliamo parlare di filiera, qualità e inappuntabilità delle operazioni, tutti dovrebbero essere coinvolti, e non prendere decisioni per poi costringere una parte a subirne le onerose e faticose conseguenze. Torno a ribadire che sui campi, poi, ci vanno per la maggior parte delle lavorazioni le macchine dei contoterzisti.

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