17/2003 da "il Contoterzista" n. 11/2003 - n.17/2003

Comunicato n. 

Facciamo ancora una volta il punto della situazione e chiedo scusa a tutti se torno ancora una volta e sugli stessi argomenti: Legge di orientamento, la delega al Governo sulla regolamentazione dell'attività agromeccanica e la nostra insostituibile presenza nelle diverse filiere agroalimentari. Ma siamo ad un punto topico per il nostro futuro e una domanda oramai aspetta una impellente risposta: il mondo agricolo ci accetta per quel che siamo e senza mezzi termini' Si è riscontrato nel corso di questi cruciali mesi un atteggiamento di sufficienza da parte di talune organizzazioni nel considerarci come dei fratellini minori. Ma queste persone hanno mai pensato a cosa potrebbe succedere se dovessimo bloccare il nostro lavoro' Non credo. Forse non si sono mai soffermati su questa eventualità perché siamo sempre stati, qualunque sia stata la condizione economica e lavorativa, presenti sui campi. È ora di svegliarsi da questo torpore e capire che è anacronistico e incomprensibile per una categoria imprenditoriale che svolge un'attività economicamente rilevante sia trattata in questa maniera. Non vogliamo altro che parità di doveri ma anche di diritti. Abbiamo diritto ad un trattamento fiscale e previdenziale equo e corretto, senza dover subire distorsioni o rischi di concorrenza sleale, ma abbiamo ancor più diritto ad essere coinvolti direttamente nelle decisioni e nelle valutazioni di tutte le filiere. Un esempio per tutti ci è offerto dal comparto delle bietole. Gli agromeccanici sono l'interfaccia tra produzione e trasformazione. Negli accordi di filiera invece non c'è traccia della nostra presenza, mentre i trasportatori che hanno il solo scopo di recapitare il prodotto hanno un ruolo ben definito. Chiediamo a tutti un dialogo, nella comprensione che metterci intorno a un tavolo portare a una soluzione capace di far del bene all'agricoltura. Se invece per qualcuno il ruolo dei contoterzisti è solamente quello di acquistare macchine, ci venga detto chiaramente e ci comporteremo di conseguenza. Va ricordato peraltro che le macchine da noi usate le compriamo direttamente con i nostri sacrifici. Non si può infatti dire che i contoterzisti siano stati beneficiari di flussi di credito particolari a differenza dei produttori agricoli che, giustamente, hanno potuto avvalersi di un credito di imposta elargito sempre con grande benevolenza. E che dire poi dei problemi connessi alla circolazione stradale delle macchine agricole. Sono forse problemi che angustiano solamente la nostra categoria o tutto il mondo agricolo' o si pensa che con la patente a punti si son risolti tutti i problemi di una categoria che da tempo, e con insistenza, spinge verso modifiche significative del Codice della strada che prendano atto delle innovazioni tecnologiche che l'industria ha gia piena capacità di garantire. Ora dico che l'attesa è stata fin troppo lunga e, gli atteggiamenti di sufficienza, per non dire di marginalizzazione, non potrebbero che esasperare ulteriormente gli animi. A beneficio di chi'

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