12/2003 da "il contoterzista" n.9/2003 - editoriale - n.12/2003

Comunicato n. 

Era partita come una verifica di medio termine della politica agricola comunitaria e si è arrivati a una riforma radicale e profonda delle regole Ue per il settore primario. Una revisione che trasforma il comparto molto più dei precedenti interventi attuati con 'Agenda 2000' e 'Mac Sharry'. Un cambiamento che richiederà un approccio diverso nell'affrontare le scelte sui campi da parte, sia dei vertici europei, sia di tutti gli operatori agricoli. Una maratona di 17 ore che avrà influenza sul settore fino al 2013 e che ha portato solamente alcune piccole variazioni rispetto alla formulazione iniziale proposta dal responsabile agricolo Ue, Franz Fischler. Dovremo ora imparare a familiarizzare con nuovi termini. Sono passati il tanto discusso disaccoppiamento, pagamento unico per azienda non più legato alla produzione, e la modulazione, vale a dire la riduzione dei pagamenti diretti alle grandi aziende. Tutte le risorse che si risparmieranno andranno a favore dello sviluppo rurale. Ma da oggi le aziende agricole che vorranno riceve sovvenzioni europee dovranno fare i conti con la condizionalità ecologica. Gli agricoltori riceveranno i pagamenti solamente se adotteranno norme di tutela e salvaguardia ambientale, sicurezza alimentare, sanità animale e vegetale. L'accordo firmato a Lussemburgo è naturalmente frutto di un compromesso i cui effetti sono comunque tutti ancora difficili da valutare. Bisognerà aspettare per vedere quali saranno le strategie nazionali rispetto all'applicazione ad esempio del disaccoppiamento parziale. Ma che cosa cambia per la nostra categoria' Dobbiamo essere realistici e dire che per i contoterzisti il guadagno è poco, mentre molte invece le perdite. I fautori della riforma mettono sul piatto della bilancia il fatto che per l'Italia il saldo è positivo e ci sarà un guadagno di oltre 13 milioni di euro ogni anno. Ma non c'è molto per noi, anzi. L'Unima è decisamente contraria all'applicazione del disaccoppiamento, anche quello parziale, soprattutto perché in sostanza nessuno sa ancora come sarà. I problemi maggiori riguardano le colture cerealicole e il grano duro. La nuova Pac rischia di portare una diminuzione delle attività tradizionali degli agromeccanici a causa dell'abbandono di molti terreni per la presenza di una rendita per così dire 'parassitaria', soprattutto perché l'intervento comunitario sarà molto più conveniente e remunerativo rispetto al ritorno economico delle coltivazioni. Le conseguenze maggiori si registreranno prevalentemente nelle aree marginali, in quelle già colpite dall'abbandono, e che invece meriterebbero più attenzione. Effetti negativi della nuova Pac faranno sentire il loro peso anche in altri comparti dove l'intervento del lavoro conto terzi è preponderante: il settore dei foraggi. Una situazione quindi molto pesante che si aggiunge a quella già prodotta nel comparto delle oleaginose. È ancora difficile quantificare le conseguenza della nuova politica, ma il timore è che le imprese rappresentate da Unima potrebbero vedere un taglio del proprio giro d'affari per circa un quinto dei 3,2 miliardi di euro realizzati nel 2002. Luigi Gulinelli

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