UNIMA PARMA. NUOVO NOME, NUOVA SEDE. - n.

Comunicato n. 

[jst]«[i]La decisone di abbandonare la storica sigla APIMAIA per assumere quella di UNIMA Parma, testimoniando anche nel nome la solidità del legame che ci unisce alla struttura nazionale, e quella di spostare la sede dell’associazione, erano già state prese a febbraio.[/i] – ha dichiarato Pierino Reverberi, presidente di UNIMA Parma –[i]Per stare al passo con i tempi occorreva avere una struttura nuova in grado di soddisfare tutti i bisogni presenti e futuri degli associati; una sede importante, pensata, studiata e realizzata per proiettare nel prossimo futuro la nostra Associazione. Una sede di cui andare orgogliosi e nella quale abbiamo voluto investire in un periodo di profonda crisi generale per mandare a tutti, associati e non, un forte messaggio: che dalla crisi esce chi ha il coraggio di investire e di proporsi sul mercato con innovazione, qualità e professionalità[/i]». I numeri della nuova sede sono impressionanti: oltre 400 mq. di uffici, un sistema di rete trasmissione dati certificato in categoria 6 e una capacità di impiego di personale tra le 15 e le 20 unità. La struttura è inoltre dotata di tutti i sistemi attia garantire la sicurezza degli uffici, dei documenti in essi depositati e del personale che vi opera. Il vero punto di forza, tuttavia, è nella riorganizzazione e nell’ampliamento del sistema dei servizi offerti che raggiunge una copertura pressoché totale delle potenziali necessità. «[i]Oggi come oggi[/i] - spiega il Direttore di UNIMA Parma, Angelo Corradi - [i]la nostra struttura offre tutti i tipi di servizi di cui un’impresa ha bisogno per stare sul mercato. Un buon imprenditore deve essere costantemente e tecnicamente aggiornato per lo svolgimento della propria attività. La nuova struttura è stata pensata e impostata nell’ottica di semplificare al massimo lla vita dell’associato, che potrà rivolgersi a un unico interlocutoreper tutti gli adempimenti amministrativi e burocratici, risparmiando così tempo prezioso ed eliminando costi e pratiche ridondanti[/i]». «[i]In un panorama operativo reso kafkiano dalla burocrazia,[/i] - ha commentato il presidente di UNIMA, Aproniano Tassinari – [i] la possibilità per gli agromeccanici di rivolgersi a strutture in grado di supportarli nell’affrontare le mille pratiche necessarie per lavorare, da quelle fiscali a quelle legali e amministrative, non è più da tempo una questione di delegare per comodità, ma una vera e propria conditio sine qua non per sopravvivere sul mercato continuando a svolgere il proprio lavoro sui campi[/i]». [/jst]

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